“Mio figlio non vuole studiare, sono preoccupato per il suo futuro”: quante volte sentiamo i genitori pronunciare questa frase?
Sono molti i ragazzi svogliati e poco propensi a trascorrere ore sui libri, che fanno fatica a portare a casa una sufficienza e ancora di più a farsi promuovere.
Da cosa nascono questi atteggiamenti? Come mai tanti giovani non vogliono studiare?
Se anche tuo figlio fa parte di questo ampio gruppo di bambini o adolescenti demotivati, probabilmente stai cercando di capire cosa fare per aiutarlo.
In questo articolo, dopo aver analizzato le principali cause del problema, ti forniremo qualche utile consiglio per superarlo.
Indice dei contenuti
Perché mio figlio non vuole studiare?
Quando un genitore dice “Mio figlio non vuole studiare” può riferirsi sia al fatto che non voglia fare i compiti quando rientra a casa, sia al desiderio del ragazzo di abbandonare la scuola. In entrambi i casi è necessario analizzare a fondo della questione.
Alla base del problema di tuo figlio potrebbero esserci:
- difficoltà cognitive
- scarsa motivazione.
Difficoltà cognitive
Dietro alla svogliatezza e alla mancanza di impegno di tuo figlio potrebbero celarsi problemi di tipo cognitivo.
Quando si parla di abilità cognitive si fa riferimento a tutti quei meccanismi coordinati dal cervello che permettono di ricevere, comprendere, elaborare, organizzare, rielaborare e riutilizzare le informazioni.
La comprensione del testo, la capacità di calcolo, l’attenzione e la lettura sono tutte abilità cognitive che, se carenti, possono causare difficoltà nello studio. Tra i problemi cognitivi più noti troviamo la dislessia, problema che rende difficile decodificare un testo.
Non sono pochi i bambini e i ragazzi che non hanno voglia di studiare a causa delle difficoltà che incontrano in uno o più di questi ambiti.
Scarsa motivazione
La motivazione è una componente fondamentale del successo in qualsiasi ambito e lo studio non fa eccezione. Se tuo figlio è demotivato, difficilmente riuscirà a ottenere dei risultati nello studio e sarà portato a trascurare la scuola.
La motivazione in ambito scolastico dipende da diversi fattori tra i quali:
- la fiducia nelle proprie capacità: un ragazzo che non ha fiducia in se stesso e che si è convinto di non essere abbastanza intelligente, si impegnerà sempre meno nello studio, dedicandosi ad altre attività;
- i risultati attesi: un giovane consapevole delle proprie potenzialità, ma che non vede alcun vantaggio nel passare ore piegato sui libri, non sarà motivato a studiare.
- l’interesse verso le materie di studio: un bambini o un adolescente che non ha alcun interesse per le materie di studio e non riesce ad appassionarvisi, sarà totalmente privo di motivazione.
Come posso aiutare mio figlio a ritrovare la voglia di studiare
Aiutare un ragazzo ad appassionarsi allo studio è possibile, ma prima di tutto è fondamentale capire se i suoi problemi sono legati a fattori cognitivi o a mancanza di motivazione.
Se tuo figlio non vuole studiare a causa di problemi specifici dell’apprendimento, l’unica cosa che puoi fare è rivolgerti a uno specialista. Riconoscere un problema è fondamentale per trovare una soluzione efficace. Un esperto saprà riconoscere il problema specifico del tuo ragazzo e potrà fornirgli supporto e consigli utili affrontare e superare le difficoltà, ritrovando la voglia di studiare e la fiducia in se stesso.
Nel caso in cui tuo figlio fosse semplicemente demotivato, potrai mettere in atto i consigli e le semplici strategie che ti proponiamo sotto per aiutarlo a ritrovare la giusta motivazione e ad appassionarsi allo studio.
Mio figlio non vuole studiare: punirlo non serve a nulla
Trascorre tutto il giorno fuori casa con gli amici o giocando ai videogame, non studia, accumula note di demerito e brutti voti, marina la scuola: impossibile mantenere la pazienza! Arriva il momento in cui, per quanto cerchi di trattenerti, la delusione e il malumore esplodono e scattano punizioni e minacce.
Ti capiamo bene, ma lo sai anche tu: questo tipo di reazione non è solo inutile, ma anche deleteria. Sgridare un ragazzo perché non studia o perché prende voti bassi non porta da nessuna parte e certo non lo motiva. Al più, potrebbe far peggiorare il suo rapporto con lo studio, in quanto lo assocerebbe a litigi e punizioni.
Mio figlio non vuole studiare: hai provato a parlargli?
Se tuo figlio non ha voglia di studiare perché demotivato, prova a parlare con lui.
Quando diciamo “parlare” non intendiamo fargli la ramanzina, ma comunicare attivamente, ascoltare i suoi problemi, cercare di capire cosa si cela dietro al suo atteggiamento.
Non incentrare le conversazioni con lui unicamente sulla sua mancanza di voglia di studiare e non fargli pesare i voti bassi che ti porta un giorno sì e l’altro pure, ma cerca di capire quali sono i suoi interessi e le sue difficoltà.
Non fare paragoni
Questa è una regola d’oro valida in ogni situazione e che ogni genitore dovrebbe scolpire nella propria mente: non fare paragoni. Che si tratti di fratelli, di amici o persino di te stesso, non paragonare mai le carenze di tuo figlio alle capacità di qualcun altro.
Non pensare che il paragone lo possa spronare, per spirito competitivo, a dare di più. In qualche caso potrebbe anche funzionare, ma di certo non sempre.
Al contrario, rischieresti di minare ancora di più la fiducia che ha in se stesso e di demotivarlo ulteriormente. “Se non sono bravo a far nulla, se il mio genitore preferisce gli altri a me, perché dovrei impegnarmi?”: questo è uno dei possibili ragionamenti che potrebbe fare tuo figlio.
Anziché paragonare i suoi fallimenti ai successi di qualcun altro, cerca di scoprire quali sono le sue qualità e fagliene comprendere il valore.
Visivo, uditivo o cinestesico? Aiuta tuo figlio a trovare il metodo di apprendimento più adatto a lui
Trovare il metodo di apprendimento più efficace potrebbe aiutare tuo figlio a memorizzare più facilmente le lezioni e, di conseguenza, potrebbe aumentare la sua motivazione nello studio.
Se vuoi dire addio alla frase “Mio figlio non vuole studiare” cerca di capire se è prevalentemente visivo, uditivo o cinestesico facendogli sperimentare varie modalità di studio, così da permettergli di trovare quella per lui più efficace.
In particolare, le persone più visive memorizzano e apprendono più facilmente attraverso la vista, sia leggendo e scrivendo, se hanno una dominanza verbale, sia utilizzando grafici, immagini, mappe e altro, se hanno una dominanza iconografica.
I cinestesici imparano facendo, applicando i concetti, manipolando e creando.
Per finire, gli uditivi sono favoriti dall’ascolto. A loro è sufficiente ascoltare la lezione e discutere per apprendere e memorizzare i contenuti.
Mio figlio non vuole studiare: interesse e passione possono ridargli motivazione
Tante volte non è colpa dei ragazzi se perdono la voglia di studiare. Gli insegnanti e i genitori dovrebbero fare in modo di stimolare curiosità e interesse, dovrebbero mettere in atto strategie per far sì che lo studio non diventi un peso, una noia, un obbligo, ma qualcosa di positivo, coinvolgente, utile e divertente.
Parti dai suoi interessi e inventa dei modi nuovi per farlo avvicinare allo studio; dai video all’utilizzo di internet, oggi le possibilità sono davvero infinite.
Nel caso in cui tuo figlio stesse per iscriversi alla scuola superiore o vi fosse già iscritto, assicurati che questa sia in grado di soddisfare i suoi interessi e le sue aspettative. L’orientamento scuola superiore può aiutare tuo figlio a scoprire il percorso di studi più adatto a lui e a ritrovare la motivazione giusta per studiare.