Il mio bambino ancora non parla: quando preoccuparsi e come risolvere

Devo preoccuparmi se il mio bambino ancora non parla? Ecco la domanda che si pongono molti genitori.

Mio figlio ancora non parla

La risposta, come potete immaginare, non è univoca. I bambini non sono tutti uguali. Alcuni sono più precoci, mentre altri iniziano a parlare un po’ più tardi. In alcuni casi però, soprattutto se il tuo bambino ha già superato una certa età, potrebbero esserci alla base dei problemi che non potrai risolvere da solo.

In questo articolo cercheremo di capire quando ci si trova davanti a una situazione normale e quando invece bisogna preoccuparsi. Inoltre, ti forniremo qualche consiglio pratico per favorire l’apprendimento del linguaggio in assenza di problemi specifici.

Lo sviluppo del linguaggio nel bambino

L’apprendimento del linguaggio e la capacità di ascolto del bambino iniziano a svilupparsi prima della nascita. Quando sono ancora nel ventre materno, i bambini già percepiscono i suoni e il loro cervello inizia a sviluppare i primi rudimenti di quella che sarà una capacità comunicativa completa.

Lo sviluppo del linguaggio segue tappe ben definite che portano, poco alla volta, alla costruzione di frasi sempre più complesse.

Come abbiamo detto, già durante la gravidanza il bambino apprende i primi rudimenti del linguaggio. In realtà non percepisce le parole come le percepiamo noi, ma capta i ritmi, gli accenti, le intonazioni del linguaggio materno.

Questo gli permette di prendere confidenza con la musicalità del parlato, pur non riconoscendo le parole, e con la voce della madre.

Nel corso del primo anno di vita i bambini sviluppano le competenze necessarie per comprendere la lingua madre, pur non essendo ancora in grado di esprimersi a parole. In particolare a partire dai 6 mesi iniziano a imparare i significati delle parole che sentono più di frequente, mentre già intorno ai 9 mesi iniziano ad assimilare le regole grammaticali alla base della costruzione delle frasi.

Le prime parole

I primi tentativi di esprimersi a parole si hanno solitamente tra 1 10 e i 18 mesi. In questa fase il bambino può emettere uno o più suoni singoli, solitamente parti di parole più lunghe e complesse che non riesce ancora a pronunciare in modo completo.

Tra l’anno e mezzo e i due anni, il bambino inizia ad esprimersi a parole e a costruire frasi. Il suo vocabolario si arricchisce, così come le competenze grammaticali.

Raggiunti i tre anni, il bambino dovrebbe essere già in grado di esprimersi con frasi elaborate, utilizzando le congiunzioni e i plurali dei termini appresi.

In alcuni casi però qualcosa va storto e il bambino non riesce a maturare le capacità comunicative che ci si aspetterebbe in base alla fase di sviluppo a cui è giunto.

Fino a quando la situazione può essere considerata normale e da quale momento in poi è invece opportuno consultare degli specialisti?

Il mio bambino ancora non parla: quanti anni ha?

Quando la frase “il mio bambino ancora non parla” viene pronunciata da genitori di bambini con meno di 3 anni, le preoccupazioni dovrebbero essere minime.

Come abbiamo detto, nonostante esistano tappe generiche che, a grandi linee, identificano lo sviluppo del linguaggio della maggior parte dei bambini, non tutti le seguono allo stesso modo.

Possono infatti esserci bambini più precoci, in grado di esprimersi con frasi compiute già a due anni, e bambini un po’ più lenti, che iniziano a parlare verso i tre anni.

Il mio bambino non parla ancora: ecco i segnali da non sottovalutare

Fino ai 3 anni non è dunque possibile stabilire con certezza e un bambino ha un disturbo del linguaggio. È però possibile tenere valutare alcuni aspetti che potrebbero preannunciare qualche problema:

  • quante parole pronuncia a 24 mesi: se tuo figlio ha compiuto due anni e utilizza meno di 50 parole, dovresti fare attenzione e verificare la presenza di altri problemi;
  • quanto è comprensibile ciò che dice: verso i tre anni il bambino dovrebbe già esprimersi in modo da farsi capire e non più con vocalizzi e frasi destrutturate;

Un altro aspetto da tenere sotto controllo è la capacità di interpretare correttamente le parole e le frasi che sente pronunciare. I bambini, come abbiamo detto, imparano a comprendere i significati delle parole ancora prima di imparare a parlare.

Nel caso in cui avessi notato uno di questi tre problemi, dovresti fare attenzione. Non si tratta di indicatori certi della presenza di un problema, ma potrebbero esserlo.

Il mio bambino ancora non parla: ecco quando correre ai ripari

“Il mio bambino ancora non parla: quando devo preoccuparmi?”

Nel caso in cui notassi i problemi sopracitati, ma anche se tuo figlio ha già compiuto tre anni e ancora non parla, dovresti parlarne con il pediatra. Sarà lui che, prendendo in esame il percorso di sviluppo del tuo bambino, potrà decidere se indirizzarti verso un professionista in grado di valutare la presenza di disturbi o di ritardi del linguaggio.

Anche gli educatori e gli insegnanti dell’asilo potrebbero segnalarti eventuali problemi e consigliarti di rivolgerti a un logopedista per valutare eventuali percorsi di recupero finalizzati all’acquisizione delle competenze mancanti.

Mio figlio ancora non parla: ecco come aiutarlo

Parla molto a tuo figlio per insegnargli a comunicare

Tuo figlio non ha ancora iniziato a parlare, ma non esistono motivi per ritenere che vi siano disturbi o ritardi del linguaggio?

Se il tuo bambino è ancora molto piccolo, potrebbe essere semplicemente una questione di tempo. Esistono comunque alcuni metodi che possono stimolare i bambini a parlare. Vediamoli insieme.

1. Parlagli molto

Se tuo figlio non parla ancora, forse dipende dal fatto che non gli parli abbastanza. Non è sufficiente piazzarlo davanti alla televisione e dimenticarsene, ma è necessario interagire con lui.

Il linguaggio è una competenza sociale che può essere acquisita solo attraverso l’interazione diretta e la ricezione di stimoli e risposte. La televisione o la radio non possono modellare il linguaggio in base alle reazioni del tuo bambino, mentre tu o altre persone potete fornirgli dei feedback.

Così, se ti rendi conto che comprende quello che dici e che magari tenta di rispondere a modo suo, potrai premiarlo. Nel caso in cui invece non capisse, potresti riformulare la frase o i concetti.

2. Leggigli delle fiabe e dei libri per bambini

I libri per bambini sono molto stimolanti e ricchi di parole e frasi semplici, ma ben costruite.

Leggigli qualcosa ogni sera, così da stimolare la sua comprensione del linguaggio e, al contempo, invogliarlo a parlare.

3. Il mio bambino ancora non parla: indicagli gli oggetti e nominali

Questo metodo permette a tuo figlio di collegare direttamente l’oggetto al nome. È un sistema semplice ed efficace in grado di stimolare la comprensione e di arricchire il lessico. Un po’ alla volta il bambino dovrebbe essere invogliato a ripetere le parole.

4. Utilizza parole semplici e frasi non complesse

Per far sì che il bambino comprenda quello che dici e provi a ripeterlo, devi utilizzare termini e frasi che siano al suo livello. Parole lunghe e difficili o frasi elaborate potrebbero bloccarlo, in quanto gli risulterebbero incomprensibili.

5. Ripeti più volte le parole

Un ottimo modo per stimolare il linguaggio consiste nel ripetere più volte le stesse parole. La ripetizione dovrebbe aiutarlo ad assimilare i suoni e rendergli più semplice provare a ripeterli.

6. Il mio bambino ancora non parla: non avere fretta

Lo abbiamo detto e ripetuto: anche in assenza di problemi del linguaggio, ogni bambino ha i propri tempi. Non avere fretta di sentirlo parlare e lascia che sia lui a decidere tempi e modi per iniziare a esprimersi attraverso le parole.

Non forzare i primi suoni che emette e non terminare le parole al suo posto.

Vedrai che con il tempo imparerà ad esprimersi talmente bene che non riuscirai più a farlo stare zitto!

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