Tuo figlio non ti ascolta? Scopri perché e come risolvere

Nonostante tu faccia del tuo meglio e le abbia provate tutte, tuo figlio non ti ascolta. Da cosa dipende? Esistono dei metodi efficaci per risolvere il problema?

Perché tuo figlio non ti ascolta

Quando ripeti le stesse cose decine di volte e tuo figlio non ti dà retta, continuando a disobbedirti, ti capita di perdere la pazienza.

Alzare la voce e urlare non è solo inutile, ma persino controproducente in quanto può indurre comportamenti antisociali. Per far sì che ti dia retta, devi costruire un rapporto solido, basato sul rispetto e sulla fiducia.

In questo articolo ti spiegheremo perché tuo figlio non ti ascolta e ti forniremo consigli efficaci per arginare il problema.

Perché tuo figlio non ti ascolta?

Innanzitutto non ti preoccupare: è normale che i bambini non ascoltino. Il loro carattere e la loro personalità si stanno lentamente formando, così come la loro capacità di interagire con il mondo.

Nella maggior parte dei casi non si tratta di ribellione o mancanza di educazione.

Sono in una fase attiva di scoperta e conoscenza; per questo, quando si scontrano con gli adulti e non rispettano le regole, lo fanno più che altro per testare e capire fino a dove possono spingersi.

In più, i loro comportamenti vengono condizionati dall’esperienza. Se un bambino interpreta positivamente gli effetti di una sua azione, in quanto questa gli ha arrecato un qualche tipo di piacere, potrebbe reiterarla nonostante i nostri divieti.

Ad esempio, un bambino che disturba in classe potrebbe continuare nonostante i rimproveri della maestra. Questo avviene perché il piacere ricavato dall’attenzione che riceve da parte dei compagni supera il turbamento causato dal rimprovero.

Le punizioni servono?

Tra i metodi educativi più comuni, quello di punire i bambini quando non fanno quello che gli si dice è il più comune e immediato.

Fino a che punto serve punire i bambini perché non ascoltano? Le punizioni sono utili, certo, ma entro dei limiti.

Un bambino che viene sgridato o punito troppo spesso sviluppa una bassa autostima. Per questo devi fare attenzione a non esagerare quando sgridi o punisci tuo figlio.

I “no”, al contrario, aiutano a formare il carattere e insegnano a rispettare i limiti.

Non comandare, ma spiega

Rapporto genitore-figlio: spiegare anziché comandare

Il primo metodo efficace per farsi ascoltare dai bambini consiste nello spiegare loro il motivo per cui non possono fare una certa cosa.

In generale, quando riprendiamo un bambino per qualcosa, tendiamo a dare dei comandi, come “Non urlare!” oppure “Non toccare!”. Non ammettiamo repliche: fai quello che ti dico e fallo subito.

Non forniamo spiegazioni, non diamo alternative. Ci limitiamo a vietare, aspettandoci che i nostri figli obbediscano in silenzio.

Questa non è una buona strategia comunicativa. Per farti ascoltare da tuo figlio impara a spiegargli, in modo semplice e conciso, i motivi per i quali qualcosa non può essere fatto o dev’essere fatto in un certo modo.

Tuo figlio non ti ascolta: definisci delle regole

Regole chiare e facili da eseguire aiutano tuo figlio a capire cosa ti aspetti da lui.

Le regole sono molto più efficaci dei comandi in quanto creano una routine e sono pratiche.

Anziché dire ogni volta “Spegni subito la televisione e siediti a tavola”, insegna al bambino la regola che, quando si cena, la televisione deve rimanere spenta.

Utilizza frasi impersonali e generiche finalizzate a spiegare la regola anziché costringerlo ad agire in un certo modo.

Con i bambini e i ragazzi un po’ più grandi, è possibile stabilire delle regole negoziate, ossia concordate con loro. Se hai figli adolescenti, puoi ad esempio stabilire insieme a loro l’ora in cui fare i compiti, quella per andare a letto e quella per rientrare quando escono con gli amici.

Trova un accordo con l’altro genitore

Le regole devono essere decise in accordo da entrambi i genitori. Se la mamma dice una cosa e il papà ne dice un’altra, il bambino si sente confuso e non sa più a chi dare ascolto.

Imparate a comunicare con il bambino in modo uguale ed equilibrato; fategli seguire le stesse regole e ditegli le cose nella stessa maniera.

In questo modo, avendo dei confini stabili entro i quali muoversi, vostro figlio si sentirà più sicuro e sarà più propenso ad ascoltarvi.

Fai richieste adeguate e sostenibili

Quando chiedi a tuo figlio di fare qualcosa, devi essere certa che lui sia in grado di farla.

Ad esempio, imporre a un bambino molto piccolo la regola “Quando ci sono ospiti a casa si sta seduti tranquilli” non è sensato. I bambino di pochi anni non riescono a stare fermi a lungo, quindi non devi stupirti se tuo figlio non ti ascolti e dopo mezz’ora si mette a saltellare per casa.

Una regola di questo tipo potresti darla a un bambino in età scolare, che ha già imparato l’autocontrollo, oppure a un adolescente.

Non imporre regole insensate

Dietro ogni regola devono esserci una motivazione logica e una finalità educativa. Non puoi imporre qualcosa a tuo figlio solo perché non hai voglia di stargli dietro.

Una regola del tipo “Al parco non si gioca con gli altri bambini e si sta vicino ai genitori” sarebbe non solo insensata, ma anche deleteria per la crescita e lo sviluppo psicofisico di tuo figlio.

Se tuo figlio non ti ascolta lavora sul legame emotivo

Quando parli con il tuo bambino, non essere distaccata, ma apriti, fagli capire cosa provi e perché un certo atteggiamento ti rattrista.

Ad esempio, anziché imporgli di indossare la giacca con un secco, distaccato e impersonale “Metti subito la giacca!”, potresti dirgli “Ho paura che tu ti possa ammalare per via del freddo”.

In questo modo gli farai capire che quella particolare richiesta deriva anche dall’affetto che provi per lui.

Un altro metodo per consolidare il legame emotivo consiste nel guardarlo negli occhi quando gli parli e nell’abbassarti al suo livello. Non imporre i comandi dall’alto, ma chinati oppure inginocchiati e parlagli con calma.

Proponi delle alternative

Se per alcune situazioni è importante stabilire delle regole ferree, in altri casi dovresti mette l’ascolto dei bisogni di tuo figlio al primo posto.

Impara a capire quali sono le sue esigenze e non imporre sempre e solo il tuo punto di vista. Apri un dialogo e proponi delle alternative anziché obbligarlo a fare a modo tuo.

Ad esempio, se sta giocando e tu devi andare a fare la spesa, invece di costringerlo a posare tutto per accompagnarti, potresti proporgli uno scambio del tipo “Se vieni con me a fare la spesa, al ritorno ci fermiamo al parco a giocare”.

In questo modo, oltre ad ottenere la sua attenzione, gli dimostri anche che sai ascoltare le sue esigenze e non pensi solo ai tuoi impegni.

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